Un’importante porzione del territorio della Provincia di Viterbo che tende al Tevere, e quindi al confine con l’Umbria, è occupata da una vasta area dall’aspetto quasi “lunare”, meglio nota ai più come Valle dei Calanchi.
(cit.) (…) quel cratere aveva sempre attirato a se importanti presenze: dinosauri, villanoviani, etruschi, romani, alchimisti, poeti, artisti, ognuno da lì prendeva e lasciava qualcosa (…) .
Le caratteristiche del paesaggio sono tipiche di ambienti collinari e vallivi, con altitudini medio-basse e dislivelli talvolta molto pronunciati. Le architetture degli edifici raccolti sulle sommità degli altopiani, richiamano le origini medievali dei borghi; nel contempo, le forme e i colori ci inducono ad indagare altri aspetti, più naturalistici, relativi alle origini geologiche e alle evoluzioni morfologiche delle stesse rupi.
In quest’area si alternano e si mescolano rocce vulcaniche, arenaria e argille plioceniche; molto marginali seppure presenti gli elementi calcarei localizzati verso la valle del Tevere.
Gli elementi caratterizzanti si chiamano appunto “Calanchi”, creste talvolta appuntite che si formano sui versanti di colline argillose a causa dell’erosione dei suoli dovuta a fattori naturali, come la pioggia, lo scorrimento delle acqua e il vento, che con una continuità di azione più o meno marcata incidono il suolo, determinando versanti molto scoscesi. Altre cause di tipo “impulsivo” come frane e smottamenti hanno contribuito nel corso dei millenni a modificazioni del paesaggio con tempistiche ancor più veloci.
Il termine anglosassone “Gullies” con il quale è possibile tradurre “Calanchi” e che letteralmente significa “Guglie”, rende molto bene l’idea di ciò che si viene a creare. I solchi che si formano all’interno del terreno procedono moltiplicandosi e ramificandosi in tempi geologicamente rapidissimi. Si pensi ad esempio che il versante sul quale è stato costruito il ponte pedonale che conduce a Civita di Bagnoregio, si è abbassato di oltre 20 m s.l.m. nell’arco di circa duecento anni, dalla metà del 1700 alla metà del 1900. Due secoli, geologicamente parlando, sono meno di un batter d’occhio!
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